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BILLonline - Le avventure di Oliver Twist
Il Maggio dei Libri
Charles Dickens, Le avventure di Oliver Twist, Mondadori 2018
TRAMA
Il romanzo è ambientato nell’Inghilterra vittoriana del XIX secolo, periodo in cui visse l’autore. Ed è il primo romanzo da ritenersi "sociale" quasi denuncia della realtà dell'epoca.
Sin dalla nascita, la vita del protagonista è segnata dalla sofferenza. Dopo la morte per parto della madre, Oliver viene cresciuto prima in un orfanotrofio, poi in un ospizio parrocchiale per poveri, per esser in seguito mandato, a nove anni, a lavorare in fabbrica, dove insieme ai suoi piccoli compagni è costretto a patire fame e maltrattamenti. Guadagnatosi la fama di sobillatore, viene allontanato e, dopo un’esperienza come spazzacamino, viene mandato come apprendista da un becchino di nome Sowerberry. Qui Oliver non ha vita facile con gli altri apprendisti e dopo essersi scontrato con il perfido Noah Claypole, fugge a Londra in cerca di fortuna. In città, stanco e affamato, incontra un coetaneo, Jack Dawkins, che lo introduce in un gruppo di ladruncoli capitanato dall’ebreo Fagin , dal violento Bill Sikes e dalla sua fidanzata, la giovane prostituta Nancy. Inizialmente il protagonista non comprende di essere caduto in una trappola, ma quando si accorge della perfidia di questi loschi individui, è troppo tardi per fuggire. Viene arrestato e portato davanti a un giudice per un furto che non ha commesso. In tribunale sviene per la febbre e così il derubato, il libraio Brownlow, ha pietà di lui e lo accoglie in casa sua come un figlio. Con uno stratagemma, però, la banda riesce a riprendersi Oliver, che dopo varie altre peripezie si scoprirà essere l’erede di un defunto signore facoltoso. Finalmente il lieto epilogo: Oliver Twist va a vivere con la gentile signora Maylie e tutti i membri della banda finiscono in carcere.
INCIPIT E BRANI SIGNIFICATIVI
I seguenti brani sono tratti dall’edizione Rizzoli 2010, trad. di Rossana Guarnieri.
Nell’incipit l’autore introduce il difficile contesto in cui nacque e crebbe il protagonista:
“In tutte le città, grandi o piccole che siano, fin dai tempi più lontani, tra gli edifici di utilità pubblica c’è sempre stato un ospizio di mendicità. E nell’ospizio di una certa città, che per particolari ragioni preferisco non specificare e alla quale non darò nessun nome fittizio, nacque, in un giorno imprecisato, il protagonista di questa storia. Per un po’ di tempo, dopo che il chirurgo della parrocchia lo ebbe aiutato a venire alla luce, sembrò che il neonato non sarebbe vissuto abbastanza da avere un nome; in tal caso questo libro non sarebbe stato scritto o, al più, non sarebbe andato oltre un paio di paginette, meritandosi il titolo di biografia più breve di ogni tempo e ogni paese. Quantunque sia difficile sostenere che nascere in un ospizio di mendicità sia il destino migliore cui possa aspirare un essere umano, bisogna dire che in questo caso particolare fu quanto di meglio potesse accadere a Oliver Twist.”
Nel seguente brano viene descritto l’episodio in cui Oliver “osa” chiedere una porzione più abbondante di farinata, gesto che avrà conseguenze molto pesanti:
“Venne tenuto consiglio e si tirò a sorte il nome di colui che quella stessa sera, dopo la distribuzione della farinata, sarebbe andato dal direttore a chiedere l’aumento delle razioni. Venne estratto Oliver Twist. Giunse la sera. I ragazzi si misero a tavola, il direttore avvolto nel solito grembiulone prese posto accanto alla caldaia insieme alle due aiutanti. Venne servita la farinata, più allungata del solito, condita da una lunga preghiera di ringraziamento. I ragazzi confabulavano sottovoce e sbirciavano Oliver, i due più vicini lo presero a gomitate per sollecitarlo ad agire. Sebbene fosse solo un bambino, Oliver, esasperato dalla fame, riuscì a trovare il coraggio sufficiente per alzarsi, con il cucchiaio e la scodella in mano, avvicinarsi al direttore e dirgli, un po’ stupito della sua audacia: «Per favore signore, ne vorrei ancora.» Il direttore era un uomo robusto, grasso e ben piantato, con un’aria decisa. Tuttavia nel sentire quelle parole impallidì. Per qualche secondo fissò, strabiliato, il piccolo ribelle, poi si appoggiò alla caldaia per sostenersi. Le sue aiutanti erano come paralizzate dalla meraviglia; i ragazzi dallo stupore.”
RECENSIONI
Trama e analisi da Libri e Parole
TRASPOSIZIONI E FILMATI
Le trasposizioni e gli adattamenti teatrali e cinematografici realizzati su questo libro sono innumerevoli. Di seguito viene riportato un elenco dei più significativi film prodotti:
Oliver Twist, (film), 1933, regia di William J. Cowen, interpretato da Dickie Moore;
Le avventure di Oliver Twist, (film), 1948, regia di David Lean, interpretato da John Oward Davies;
Oliver Twist, (film), 1982, regia di Clive Donner, interpretato da Richard Charles;
Oliver Twist, (film), 1997, regia di Tony Bill, interpretato da Max Reynolds e Alex Trench, che si salternano nell’interpretazione del protagonista;
Twist, (film), 2003, regia di Jacob Tierney, interpretato da Joshua Close;
Boy called Twist, (film), 2004, regia di Tim Greene, interpretato da Jarrid Geduld;
Oliver Twist, (film), 2005, regia di Roman Polanski, interpretato da Barney Clark.
APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ
L’autore, Charles Dickens (1812-1870), è stato uno scrittore, giornalista e reporter di viaggio britannico. È considerato universalmente uno dei più importanti e popolari romanzieri di tutti i tempi. Esordì con il romanzo umoristico Il circolo Pickwick nel 1836. Oliver Twist, o Le avventure di Oliver Twist, fu il suo secondo successo. Apparve in prima edizione a puntate mensili sulla rivista Bentley's Miscellany, dal febbraio 1837 all'aprile 1839, con illustrazioni di George Cruikshank. È una delle opere più celebri e influenti di Dickens. Fu il primo romanzo in lingua inglese ad avere come protagonista un ragazzo e uno dei primi esempi di romanzo sociale. Inedita per l'epoca fu anche la rappresentazione fortemente anti-romantica della vita dei delinquenti e dei poveri. Attraverso un rovesciamento del romanzo di formazione e un dissacrante umorismo nero, l’opera analizza i mali della società inglese ottocentesca: la povertà, il lavoro minorile, la criminalità urbana e la intrinseca ipocrisia della cultura vittoriana. Il sottotitolo The Parish Boy's Progress (letteralmente Lo sviluppo dell'orfano) è un riferimento ironico al romanzo cristiano di John Bunyan The Pilgrim's Progress (Il viaggio del pellegrino). Il testo fu pubblicato per la prima volta in traduzione italiana nel 1840. Innumerevoli le edizioni successive, di cui di seguito vengono riportate alcune immagini di copertina:
Mondadori, 1996 Fabbri, 2002 Mursia, 2005 Einaudi, 2005 Giunti, 2007 De Agostini, 2007
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16/09/2020 Pao. Tin.