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BILLonline - La classe dei banchi vuoti

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BILLonline - La classe dei banchi vuoti

3 luglio - 31 ottobre 2020

Il Maggio dei Libri

Luigi Ciotti, La classe dei banchi vuoti, Edizioni Gruppo Abele 2016

 

TRAMA

L’immagine da cui prende corpo la narrazione è quella di un’ insolita aula scolastica, piena di banchi vuoti e di un silenzio spettrale. Una classe in cui non vi sono più alunni che studiano, scherzano, chiacchierano e bisticciano. Un tempo però quest’aula, come tutte le altre, è stata teatro di lezioni, risate, litigi, timori ma anche divertimento puro. Purtroppo la vivacità e la spensieratezza sono state tragicamente annientate dalla mafia. Ogni capitolo del libro racconta, tra parole e immagini, la storia di un bambino ucciso dalla criminalità organizzata. Ogni storia è introdotta e conclusa allo stesso modo, come per creare un ritornello che evoca l'idea della perdita, del percorso interrotto, di una ''normalità'' per sempre spezzata.

 

POSTFAZIONE

L’autore del libro, Luigi Ciotti, ne ha curato anche la postfazione, di cui si riporta di seguito un estratto:

“Questo libro me lo hanno suggerito i bambini. Me lo ha suggerito l’emozione che ho colto nei loro occhi vedendoli arrivare, per mano ai genitori, alla “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, ogni 21 marzo. Me lo hanno suggerito i loro sguardi attenti e indagatori, tesi a scrutare la folla dalla prospettiva privilegiata che solo può offrire lo stare a cavalcioni sulle spalle di papà. Me lo ha suggerito l’espressione pensosa, di colpo adulta, quando a ogni ascolto dell’elenco delle vittime, scoprivano che quel già lungo elenco si era allungato. Me lo hanno suggerito le domande intelligenti, spiazzanti, che molti di loro mi hanno rivolto dai banchi di una scuola, banchi pieni di curiosità, di voglia di sapere e di capire, in una parola, banchi pieni di vita. [...] Certo è una complessa sfida educativa, ma una sfida che vale la pena di affrontare. Accompagnare i bambini ad aprire gli occhi sul mondo, metterli a conoscenza, con la dovuta delicatezza, anche dei suoi aspetti più brutti e dolorosi, vuol dire non solo prepararli alla vita, ma porre le basi di una società di persone consapevoli e responsabili. Le mafie sono anche risultato di un grande vuoto di responsabilità, di un vuoto d’amore per il bene comune. [...]”

 VIDEOLETTURA a cura di Paola Tinchitella - realizzazione video Mediateca Roma

INCIPIT

Nell’incipit l’autore introduce, con una descrizione scarna ma intensa dell’aula vuota, la storia dei nove ragazzi uccisi:

“C’era una classe, in Italia, piena di banchi vuoti. Per il resto somiglia a qualsiasi altra classe di una qualsiasi scuola del nostro Paese: con la cattedra, la lavagna, mappe e cartelloni alle pareti e in mezzo alcune file poco ordinate di banchi. Ma quei banchi, per l’appunto, sono vuoti. Sempre vuoti. È una classe dove nessuno più studia, nessuno chiacchiera, nessuno scambia figurine o copia i compiti di nascosto. La campanella non suona, al mattino, per annunciare l’inizio delle lezioni. E neppure si sente chiamare l’appello, perché non avrebbe risposta. Non sempre è stato così però. Un tempo questa classe, come tutte le altre, era piena di voci, risate, timori e speranze, diari colorati e aeroplani di carta. Un tempo ogni banco era casa, zattera e fortino, superficie da disegno, palcoscenico, trampolino: un formidabile pezzetto di mondo, affidato a un bambino o a una bambina. Vorrei raccontarvi a chi appartenevano questi banchi, e come mai sono rimasti vuoti.”

 

RECENSIONI

Recensione da Famiglia Cristiana

Recensione da Reti Solidali

Recensione da LiberaInformazione

Articolo da Antimafiaduemila

 

TRASPOSIZIONI E FILMATI

Sul Canale You Tube, digitando il titolo del libro sulla stringa di ricerca, è possibile visualizzare un filmato realizzato da una scuola di San Lazzaro di Savena (Bo), liberamente ispirato al testo e un video di presentazione e lettura di brani tratti dal libro.


APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ

L’autore, Luigi Ciotti, nato a Pieve di Cadore (BL) nel 1945, è un presbitero ed attivista da lungo tempo impegnato nella lotta contro le tossicodipendenze e la criminalità organizzata. Negli anni Settanta fondò l’associazione “Gruppo Abele”, dedita all’ascolto ed all’accoglienza di giovani tossicodipendenti e negli anni Novanta l’associazione “Libera”, allo scopo di contrastare il potere mafioso. Tra le numerose iniziative promosse, degna di particolare menzione è la raccolta, nel 1996, di oltre un milione di firme per l’approvazione della legge sull’uso sociale dei beni confiscati alla mafia.

 

Sul sito https://sostieni.libera.it, è riportato un elenco di tutti i ragazzi di cui si parla nel libro:

“I nove “banchi vuoti” in sintesi:

Domenico Gabriele, per tutti Dodò, di Crotone, colpito durante una partita di pallone dal proiettile destinato a un affiliato alla ‘ndrangheta locale. Aveva 11 anni, ed è morto all’ospedale di Catanzaro dopo 3 mesi di coma. (2009)

Simonetta Lamberti, di Cava de’ Tirreni in provincia di Napoli, figlia del magistrato Alfonso Lamberti, è morta mentre viaggiava in auto col padre, vero obiettivo dei sicari, che è invece sopravvissuto all’attentato. Aveva 11 anni. (1982)

Annalisa Durante, di Napoli, colpita in strada nel quartiere Forcella durante l’agguato a un esponente della camorra, per un regolamento di conti fra i clan. Aveva 14 anni. (2004)

Giuseppe Letizia, ucciso presso l’ospedale di Corleone su mandato del direttore e capomafia locale, per essere stato testimone involontario dell’omicidio del sindacalista Placido Rizzotto. Aveva 12 anni. (1948)

Nadia e Caterina Nencioni, di Firenze, morte nella strage mafiosa di via dei Georgofili insieme ai genitori. Avevano rispettivamente 9 anni e 50 giorni. (1993)

Benedetto Zuccaro, di Catania, rapito e ucciso insieme a tre amici poco più grandi, come punizione per aver scippato senza saperlo la madre di un boss mafioso locale. Aveva 13 anni. (1976)

Giuseppe e Salvatore Asta, di Erice in provincia di Trapani, morti per l’esplosione di una bomba insieme alla madre che li accompagnava a scuola. La loro auto si è trovata per caso a fianco di quella del magistrato Carlo Palermo, vero obiettivo della strage e invece sopravvissuto. Avevano 6 anni. (1985)”.

 

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03/07/2020 Pao. Tin.

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