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BILLonline - La capanna dello zio Tom

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8 luglio - 31 ottobre 2020

Il Maggio dei Libri

Harriet Beecher Stowe, La capanna dello zio Tom, Rizzoli 2017

 

TRAMA

La vicenda iniziale è ambientata nel Kentucky, nella prima metà dell’Ottocento, in pieno regime schiavista. Un proprietario di schiavi, Arthur Shelby, è costretto, suo malgrado, a vendere ad Haley, un mercante di uomini dall'animo crudele, due membri della sua servitù: lo zio Tom, suo fidato braccio destro e Harry, un bambino di soli cinque anni figlio di Eliza e George Harris. Questi ultimi riescono, dopo alterne vicende, a fuggire ed a stabilirsi in Canada, dando inizio ad una vita nuova e libera. Tom invece sceglie di rimanere poiché ama il suo padrone e comprende che la decisione di venderlo sia stata dettata dalla necessità. Dopo aver salutato con grande dolore la moglie Chloe e i figli si lascia incatenare e, senza ribellarsi, essendo cristiano e profondamente pacifista, segue il nuovo padrone. George Shelby, il figlio tredicenne del suo vecchio proprietario, gli promette che un giorno andrà a cercarlo e lo libererà. Tom viene imbarcato su un piroscafo con il mercante di schiavi e, grazie al suo carattere docile, viene liberato dalle catene. Sul piroscafo conosce la piccola Eva St. Claire, a cui si affeziona molto e suo padre, Augustine, un proprietario terriero della Louisiana. Un giorno Eva, appoggiata al parapetto della nave con il padre, perde l'equilibrio e cade in acqua. Tom, gettatosi prontamente, riesce a salvarla e così il padre, in segno di riconoscenza, lo acquista. Tuttavia Eva muore e Augustine, mentre si appresta a preparare i documenti per restituire la libertà a Tom, viene colpito in una rissa, nel tentativo di dividere i due contendenti e perde la vita. Tutti i suoi schiavi vengono venduti e Tom viene acquistato da Simon Legree, un proprietario insensibile e malvagio, che possiede una piantagione di cotone sul Red River. Il nuovo padrone vuole fare di lui un aguzzino e al rifiuto di Tom, che non ha alcuna intenzione di maltrattare i suoi compagni e ha il coraggio di ribellarsi, lo fa uccidere. George Shelby, ormai adulto, riesce a ritrovarlo dopo tante ricerche poiché, come gli aveva promesso, lo vuole comprare per poi riscattarlo. Purtroppo giunge solamente in tempo per raccogliere le parole di amore e di perdono di Tom morente. Di ritorno nel Kentucky, George libera tutti i suoi schiavi.

 

INCIPIT E BRANI SIGNIFICATIVI 

I seguenti brani sono tratti dall’edizione digitale del libro pubblicata sul sito www.liberliber.it e liberamente scaricabile.

Nell’incipit l’autrice descrive i due proprietari di schiavi, Shelby ed Haley, che si apprestano a concludere un affare di compravendita:

“Era una giornata freddissima del mese di febbraio, e nella città di P..., nel Kentucky ad ora già avanzata due gentlemen, seduti col bicchiere in mano in una ricca sala da pranzo, liberi dall’incomoda presenza dei servi, discorrevano con molto calore sopra un argomento di alta importanza. Abbiamo detto due gentlemen, ma per modo di dire; perché uno di essi, attentamente osservato, a tutto rigore non appariva tale. Era bassotto e atticciato, aveva lineamenti comuni e grossolani; il suo fare pretenzioso e superbo mostrava l’uomo plebeo che agogna di uscire dalla sua sfera. Il panciotto vistoso, a vari colori, la cravatta turchina a pallini gialli, sbollante e svolazzante, corrispondevano in modo perfetto alla sua arroganza. Aveva le mani larghe e ruvide, piene di anelli. Portava sopra il panciotto una grossa catena d’oro con un fascio di ciondoli d’ogni colore e di grandi dimensioni, che, nel calore del discorso, era solito agitare con evidente soddisfazione. Parlava un inglese libero dalle pastoie grammaticali, ed il suo discorso era di quando in quando condito di espressioni tali, che, con tutto il nostro desiderio di essere esatti, non avremmo il coraggio di trascrivere. Il suo compagno, il signor Shelby, aveva invece i modi di un uomo ben educato, e l’ordine e le suppellettili della casa indicavano l’agiatezza, ed anche l’opulenza. Come abbiamo detto, i due interlocutori discorrevano di cosa d’alta importanza.”

Dal seguente estratto si evince la profonda nobiltà e purezza d’animo di Tom, che accetta con la consolazione della fede in Dio la sua separazione dalla famiglia:

“Tom le era seduto accanto, con la Bibbia aperta sulle ginocchia e la testa appoggiata a una mano. Tacevano entrambi. Era di buon mattino, e i fanciulli dormivano ancora nel loro rozzo lettuccio. Tom possedeva un cuore tenerissimo e nutriva quei domestici affetti che, per maggiore sventura, sono uno dei tratti caratteristici della sua infelice razza. Egli sorse in piedi, e avvicinatosi ai suoi figli stette lungamente a guardarli in silenzio. — È l’ultima volta, — disse. La zia Cloe non rispose; il suo ferro passava e ripassava ancor più alacremente sulla ruvida camicia, fatta

già tanto liscia quanto si poteva; poi, smettendo improvvisamente, con un atto da disperata, si gettò a sedere dinanzi alla tavola e disse piangendo: — So bene che bisognerà darsi pace. Ma, Signore Iddio, come si ha da fare? Sapessi almeno dove vai e come sarai trattato! La signora accerta che fra un anno o due ti ricomprerà. Ma nessuno ritorna di laggiù! Vi ammazzano! Ho sentito ben io raccontare come li trattano, nel Sud! — Lo stesso Dio che è qui, o Cloe, vorrà assistermi colà pure. — Lo spero bene! — disse la zia Cloe. — Ma Iddio permette talvolta cose terribili, e a questo pensiero io non posso trovar consolazione. — Mi pongo nelle mani del Signore; — soggiunse. Tom — nulla si può fare all’infuori di quello che Egli permette; eppoi, di una cosa io debbo ringraziarlo, ed è che io solo sia stato venduto, e non già tu, o i figli.”

 

Recensioni da qlibri

 

TRASPOSIZIONI  CINEMATOGRAFICHE

 

Uncle Tom's Cabin, corto, regia di Edwin Porter (1903);

Uncle Tom's Cabin, corto, regia di Siegmund Lubin (1903);

A Cabana do Pai Tomás, corto, regia di Antônio Serra (1909);

Uncle Tom's Cabin, corto, regia di James Stuart Blackton (1910);

Uncle Tom's Cabin, corto, regia di Barry O'Neil (1910);

Uncle Tom's Cabin, corto, regia di Kenean Buel e Sidney Olcott (1913);

Uncle Tom's Cabin, corto, regia di Otis Turner (1913);

Uncle Tom's Cabin, regia di William Robert Daly (1914);

La capanna dello zio Tom, regia di J. Searle Dawley (1918);

La capanna dello zio Tom, regia di Riccardo Tolentino (1918);

Uncle Tom's Cabin, regia di Harry A. Pollard (1927);

Uncle Tom and Little Eva, corto d'animazione (1932);

Uncle Tom's Cabaña, corto, regia di Tex Avery (1947);

La capanna dello zio Tom, regia di Géza von Radványi (1965);

A Cabana do Pai Tomás, serie TV (1969);

Uncle Tom's Cabin, film TV, regia di Stan Lathan (1987).

 

 APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ

L’autrice, Harriet Elizabeth Beecher Stowe  (1811 –1896), è stata una scrittrice e attivista statunitense, promotrice della causa abolizionista. Settima figlia di un ministro calvinista, fu allevata in un'atmosfera di grande religiosità. Nonostante gli impegni familiari, dovuti al matrimonio ed alla numerosa prole, Harriet iniziò a cimentarsi nella scrittura. Dopo aver pubblicato operette di economia domestica, raccolte di canzoni e racconti popolari, iniziò a nutrire accese simpatie per il movimento antischiavista, sostenuto anche dal padre e dalla cognata, Catherine Beecher. Nel 1852 pubblicò La capanna dello zio Tom, che riscosse un immediato e straordinario successo. Il libro traeva ispirazione da un atto legislativo promulgato nel 1850, la Fugitive Slave Law, che decretava il dovere di denunciare gli schiavi fuggiti e la restituzione ai loro proprietari. Il romanzo ebbe un profondo effetto sugli atteggiamenti nei confronti degli afroamericani e rese più acuto il conflitto che condusse alla guerra civile americana. La scrittrice condensò i suoi principi egualitari, cristiani e abolizionisti sul personaggio di zio Tom e sulla lunga sofferenza degli schiavi neri, tematica attorno alla quale ruotano gli altri personaggi.

La capanna dello zio Tom è considerato da gran parte della critica il best seller del XIX secolo per eccellenza. Solo negli Stati Uniti, nell'anno successivo alla sua pubblicazione, ne furono vendute 300.000 copie. Il figlio dell'autrice scrisse che quando Abraham Lincoln incontrò sua madre all'inizio della guerra civile americana dichiarò: "Allora questa è la piccola signora che ha scatenato questa grande guerra".

Di seguito vengono riportate le immagini di copertina di alcune edizioni dell’opera, a partire da quella originale in lingua inglese:

     Stabilimento Tipografico Fontana 1852   

 

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08/07/2020 Pao. Tin.

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