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BILLonline - Io dentro gli spari

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12 - 31 ottobre 2020

Il Maggio dei Libri

Al n. 92 della Bibliografia BILL Biblioteca della Legalità troviamo:
Silvana Gandolfi, Io dentro gli spari, Salani 2010

TRAMA 

Il romanzo, ispirato ad una storia vera, parla delle vicende di Santino e Lucio, due bambini apparentemente diversi e distanti. Santino vive in un piccolo paese in provincia di Palermo, spesso accompagna suo padre quando deve incontrare dei conoscenti, ma non può scendere dall'auto e quindi non sa di cosa parlano. Lucio invece vive nella periferia di Livorno con la madre e la sorella, il padre lavora in Venezuela ma non si fa mai vivo, neanche per telefono. Lucio comprende bene il motivo di questa assenza, pur avendo soltanto undici anni. Diversamente da Santino, che ignora le stranezze del padre, o comunque non ne conosce le ragioni, Lucio invece ne è perfettamente consapevole. In realtà i due bambini, come si apprende nel corso della lettura, rappresentano un unico personaggio. Santino infatti, dopo aver assistito all'assassinio del padre e del nonno ad opera dei mafiosi, si rifugia a Livorno con la madre e la sorella ed inizia a farsi chiamare Lucio. Le sue giornate, appesantite dalla grande responsabilità di guidare la famiglia, sono allietate però da un amico immaginario, il “Cacciatore”, a cui il ragazzo confida i suoi segreti e i suoi timori e da un'amica reale, Monica, che lo sprona ad aprirsi ed a confidarsi con lei.

 

INCIPIT E BRANI SIGNIFICATIVI 

Nel prologo, Lucio sfoga tutte le sue ansie in una sorta di pagina di diario:

Caro Cacciatore, oggi ho un bisogno pazzesco di sfogarmi con te. Mamma è diventata un disastro. Non è che beva o altro. Ma a volte ha crisi di pianto rabbioso e io non so cosa fare. Lo sai che si è chiusa in casa già da un mese? Per via delle gambe, dice lei. La realtà è che non le va di uscire. Tanto, alle commissioni ci penso io. Così oggi ho preso Ilaria e l'ho trascinata fuori per non farle vedere in che stato era mamma. Capita sempre più spesso che mi tocchi portare mia sorella a passeggio. So cosa mi diresti, se potessimo parlarne insieme: che sono in salvo e che questo è quel che conta, che crescendo le cose andranno a posto. Avrai anche ragione, ma a me questa sicurezza mi sembra di pagarla troppo. Mi rende triste. Scusami sai, stasera è una di quelle sere in cui avrei voglia di spaccare qualcosa. Di urlare. Di dire parolacce. Non sono pazzo. Lo so che tu sei irraggiungibile come un personaggio dei fumetti. Però sei più vivo e importante dei miei compagni di scuola. Che mondo è quello dove non posso incontrarti?”Non firma. Non c’è bisogno di firmare quando scrive queste lettere. Prende il foglio e lo piega con cura in quattro. Prende una busta e lo infila dentro. Sulla busta scrive soltanto: al Cacciatore. Si alza, si china sotto il letto, tira fuori la cassetta degli attrezzi per la barca. Vi fruga dentro, aggiunge la lettera alle altre buste e le sistema nel fondo, in modo che restino nascoste. Richiude la cassetta e la ficca sotto il letto.”

La prima parte del libro, dopo il prologo, si avvia con la presentazione di Santino:

Il giorno in cui Santino compì cinque anni, suo padre, Alfonso Cannetta, lo portò a Mondello. Viaggiarono in macchina, loro due da soli, perché mamma e nonni erano rimasti a Tonduzzo chiusi in casa con l'influenza. Il bambino il mare non lo aveva ancora mai visto, o forse sì, ma quando era troppo piccolo per averne ricordo. - Papi, farò il bagno? - - È presto per i bagni, Santù. L'acqua è di ghiaccio. Ma ti porto in un ristorantino sul mare a mangiare la pasta con le sarde come piace a te-. Era aprile. Il sole spalmava sul mare una luce carezzevole. La sabbia, fatta di miliardi di granelli scintillanti, prometteva sensazioni sconosciute. Santino ignorava che l'acqua potesse essere più turchina della sua biglia preferita. Parcheggiarono accanto a un club nautico, su uno spiazzo ricavato fra gli scogli. Gli occhi di Santino furono attratti da tre ragazzetti che stavano trafficando con delle piccole barche davanti a un capannone.

Il secondo capitolo presenta Lucio, già costretto a prendersi cura della sua famiglia come se fosse un adulto:

“- Lucio, dove sei? - Spalanco la porta del bagno e mi affaccio. - Qui sto. Mi lavo i denti, non vedi? Devo sempre dimostrare di star facendo qualcosa di urgente. Pensare ai fatti propri non è ben visto. - Sbrigati. Iliuccia è pronta-. Mamma si china e schiocca un bacio sulle guance paonazze di mia sorella. Fisso Ilaria attonito. Due smisurate orecchie di peluche rosa emergono dritte dalla sua testa fra ciuffi di capelli neri. Rosa il golfino di ciniglia, rosa la calzamaglia, rosa le scarpette. Compio un giro attorno a lei. Ilaria se ne sta ferma, impettita. Attaccata al collant all'altezza del sedere spunta una coda un po' tozza, di un rosa più chiaro. - Fuori in giro con lei non ci vado.-  - Vuoi che resti chiusa in casa? Portala alla terrazza Mascagni. Sarà piena di mascherine.- - Io non ce la porto-.[...]

- E poi, da cosa è mascherata quella lì?- grido. - Da coniglietta. Non si vede?- Lancio un gemito. Mia sorella mi fa pena. Io mi faccio pena. Tutto il mondo mi fa pena. Sollevo per aria una mano.

- Okay. Ma domani esco per conto mio -. - Posso portare il monopattino?- squittisce Ilaria. - Chiedilo a tuo fratello -. Chiedilo a tuo fratello. Il messaggio è chiaro: sono io il capofamiglia. Purché porti fuori la coniglietta-cretinetta. Purché vada a farle la spesa. Purché le stia vicino quando piange.”

 

RECENSIONI

Recensione da SoloLibri

Intervista a Silvana Gandolfi su esteticamente

Recensione da L'Indice dei libri del mese

 

  

APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ

Il libro è stato pubblicato anche dalla casa editrice Fabbri nel 2012. Di seguito l’immagine di copertina:

 

Fabbri 2012

 

 

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12/10/2020 Pao. Tin.

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