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NARRATIVA ITALIANA 2020

  • Gli affamati : romanzo

    Insolia, Mattia

    narrativa Ponte alle Grazie <casa editrice> 2020

    Una grande, nuova narrazione contemporanea che sa illuminare la nostra rabbia e la nostra solitudine,che lo fa attraverso una lingua precisa e scarna, uno sguardo maturo e senza paura. Un desiderio autentico di denudare la realtà per comprenderla e forse, domani, trasformarla.

    «Il romanzo sorprendente di uno scrittore giovanissimo, eppure già maturo» - Teresa Ciabatti

    Antonio e Paolo sono fratelli,diciannove e ventidue anni. Vivono solida quando il padre è morto e la madre è andata via di casa. Insieme hanno costruito una quotidianità che, seppur precaria, parrebbe funzionare. Vivono alla giornata, tirano avanti in un presente che non concede di elaborare progetti futuri. E abitano in un paese minuscolo, una periferia immaginaria nel centro Sud che sembra quasi un confino, degradato e gretto. È un'estate torrida. Antonio cerca un lavoro, Paolo di tenersi stretto il proprio. L'esistenza dei due procede senza grandi avvenimenti, tra notti allucinate, feste con gli amici, giornate al mare e serate di sesso, alcol e droga. Finché poi, un giorno di quiete apparente, qualcosa si spezza, e vecchi scheletri saltano fuori dall'armadio,mostri del passato seppelliti in malo modo. La madre, fuggita anni prima dal marito violento, torna da loro, un amore quasi dimenticato bussa alla porta di uno dei due fratelli e crimini di cui non è mai stata scontata la penasi affacciano all'orizzonte dell'altro. E tutto dev'essere rimesso in discussione. Una nuova narrazione contemporanea che sa illuminare la nostra rabbia e la nostra solitudine, che lo fa attraverso una lingua precisa e scarna, uno sguardo maturo e senza paura. Un desiderio autentico di denudare la realtà per comprenderla e forse, domani, trasformarla.
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  • Ah l'amore l'amore

    Manzini, Antonio <1964- >

    Giallo Sellerio <casa editrice> 2020

    Nell’ultima pagina di Rien ne va plus abbiamo lasciato Rocco Schiavone ferito in un lago di sangue. Ora è in ospedale dopo l’intervento di nefroctomia che ha subito, la stessa operazione che ha portato alla morte uno dei ricoverati del reparto, a quanto pare a causa di un errore di trasfusione. Così costretto all’immobilità, di malumore, Rocco comincia ad interessarsi a quel decesso in sala operatoria che ha tutta l’aria di essere l’ennesimo episodio di malasanità. Ma fa presto a capire che non può trattarsi di un errore umano anche perché si è fatto spiegare bene dal primario Filippo Negri le procedure in casi del genere. Per andare a fondo della questione sguinzaglia dal suo letto tutta la squadra, e segue l’andamento delle indagini, a partire dalle informazioni sul morto, Renato Sirchia, un facoltoso imprenditore di salumi della zona, casa sfarzosa, abitudini da ricco, gran lavoratore. Dietro il lusso però si cela una realtà economica disastrosa, la fabbrica è piena di debiti e salta anche fuori una consistente assicurazione sulla vita. Rocco non riesce a stare a guardare e uscito di nascosto dall’ospedale incontra la moglie e il figlio di Sirchia, Lorenzo, fresco di studi aziendali e con idee di conduzione assai diverse da quelle del padre. Le cose però non sono così semplici come appaiono e Schiavone non si fa incantare dalla soluzione più facile. Attorno a lui, le luci del Natale, i neon del reparto (non si sa quali lo deprimano di più), i panettoncini, unico cibo commestibile, gli infermieri comprensivi, il vicino di letto intollerabile e soprattutto i suoi che vanno e vengono incessantemente, lo coprono nelle sue fughe, lo assecondano e non aspettano altro che il vicequestore ritorni in servizio. Soprattutto Antonio Scipioni, che sta sostituendo Rocco ma che è alle prese con situazioni amorose da commedia degli equivoci, le tre donne con cui ha intrecciato relazioni amorose e che era riuscito a non fare mai incontrare, ora rischiano di ritrovarsi tutte e tre ad Aosta. L’unico a potergli dispensare dei consigli è proprio Schiavone.
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  • Anche le pulci prendono la tosse

    Costantini, Roberto <1952- >

    Giallo Solferino <casa editrice> 2020

    Raymond il poliziotto, Beatrice l'infermiera, Salvatore il piccolo imprenditore e Regina l'insegnante entrano nel tunnel del coronavirus con tutti gli altri, alla fine di febbraio a Adeago, in provincia di Bergamo. Ci entrano con le loro vecchie paure, frustrazioni, amori perduti e sconfitte, e con un carico di umana meschinità. Quando comincia il contagio, il poliziotto ne approfitta per defilarsi dalle indagini su un furto di macchine da cucire, l'infermiera simula un incidente per sfuggire al Pronto Soccorso sovraccarico, l'imprenditore pensa di fare soldi fabbricando e smerciando mascherine di dubbia qualità e l'insegnante elude le lezioni online per liberarsi di studenti svogliati e genitori aggressivi. Il tutto mentre i loro colleghi danno prova di un ben diverso impegno. Ma il virus non è solo un vento di morte, è anche un formidabile acceleratore di destini. E i loro deflagrano. Dalle feste per le vittorie dell'Atalanta si passa al deserto e poi al terribile corteo delle bare nei camion militari, e le storie dei quattro protagonisti si intrecciano e si coagulano intorno al vergognoso business delle mascherine finanziato da veri malviventi, alcuni con la pistola, ma i peggiori in giacca e cravatta. Nel momento più buio, uomini e donne che pensavano di non avere più niente da chiedere o da perdere si troveranno di fronte l'occasione per riscattare una vita spenta. Una storia d'amore e di dolore, in cui si ride a crepapelle e si piange disperatamente, che parla del nostro tempo, delle nostre scelte, della possibilità di capovolgere il proprio futuro.
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  • L'apprendista : [romanzo]

    Villalta, Gian Mario

    narrativa Società Editrice Milanese 2020

    Proposto per il Premio Strega 2020 da Franco Buffoni: «Personaggi autentici della provincia friulana animano questo nuovo romanzo di Gian Mario Villalta in modo nitido e poetico. "L'apprendista" – mentre pare raccontare la storia di due "umili" – Tilio e Fredi, riesce in realtà a fare esplodere universi di discorsi storici, sociali e profondamente umani, grazie a uno stile di scrittura elegante e intenso, intimamente sentito. Mentre la trama intesse nei pensieri, nei dialoghi e nei racconti un furibondo intrico di paure e desideri, rimpianti e speranze, capaci di coinvolgere le esistenze degli altri abitanti della piccola comunità. Scolpendo un microcosmo di realtà vissuta con notevole sapienza stilistica, Gian Mario Villalta, già molto noto e accreditato per i romanzi precedenti editi dalla stessa Sem e da Mondadori (ricordiamo "Tuo figlio"), consegna al pubblico dei critici e dei lettori – con "L'apprendista" – una delle opere più significative della nuova stagione.»
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  • L'arte sconosciuta del volo

    Fovanna, Enrico

    narrativa Giunti <editore> 2020

    Un romanzo intenso e toccante, in cui grazie all'amore un adulto sconfigge i fantasmi dell'infanzia.

    Mentre la maestra parlava di chissà cosa, rimuginavo sul tragitto da fare in bici e sui punti di riferimento. Ci sarei andato dopo l'ultima ora di scuola, e da solo. Al pensiero, provai un po' di paura. Poi compresi, e il tempo me lo avrebbe confermato, che tutte le strade che contano passano dalla paura.

    Premosello, Piemonte settentrionale, 1969. È il primo novembre, vigilia del giorno dei morti, e una scoperta agghiacciante sta per risvegliare l'orrore in paese, sconvolgendo l'infanzia di Tobia. Su una strada di campagna, vicino al ruscello, è stato rinvenuto il corpo di un suo compagno di scuola. A pochi mesi di distanza dal ritrovamento del cadavere di un'altra ragazzina. In paese si diffonde il terrore: ormai è evidente che per le campagne si aggira un mostro, un mostro che uccide i bambini. Tobia è afflitto dal senso di colpa e dalla vergogna, perché con quel ragazzo aveva fatto a botte proprio il giorno della sua scomparsa, desiderando davvero di liberarsi di lui. Adesso è difficile tornare alla vita di prima, all'amore innocente ed esaltante per Carolina, ai giochi spensierati con padre Camillo e con Lupo, il matto del paese. Soprattutto quando i sospetti dei paesani si concentrano su una persona molto vicina a Tobia, sulla cui innocenza lui non ha alcun dubbio. Quarant'anni dopo, Tobia vive a Milano e fa il medico legale. Demotivato dal lavoro e lasciato dalla moglie per l'impossibilità di avere un figlio, sta vivendo uno dei momenti più bui della sua vita. Sarà una telefonata di Ettore, il suo vecchio compagno di scuola, a convincerlo a tornare dopo tanti anni nei luoghi dell'infanzia, per il funerale di Lupo. E questo inatteso ritorno cambierà la rilettura del suo passato...
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  • La bambina e il nazista : romanzo

    Forte, Franco <1962- >

    Arnoldo Mondadori editore 2020

    Germania, 1943. Hans Heigel, ufficiale di complemento delle SS nella piccola cittadina di Osnabrück, non comprende né condivide l'aggressività con cui il suo Paese si è rialzato dalla Prima guerra mondiale; eppure, il timore di ritorsioni sulla propria famiglia e la vita nel piccolo centro, lontana dagli orrori del fronte e dei campi di concentramento, l'hanno convinto a tenere per sé i suoi pensieri, sospingendolo verso una silenziosa convivenza anche con le politiche più aberranti del Reich. Più importante è occuparsi della moglie Ingrid e, soprattutto, dell'amatissima figlia Hanne. Fino a che punto un essere umano può, però, mettere da parte i propri valori per un grigio quieto vivere? Hans lo scopre quando la più terribile delle tragedie che possono capitare a un padre si abbatte su di lui, e contemporaneamente scopre di essere stato destinato al campo di sterminio di Sobibór. Chiudere gli occhi di fronte ai peccati terribili di cui la Germania si sta macchiando diventa d'un tratto impossibile... soprattutto quando tra i prigionieri destinati alle camere a gas incontra Leah, una bambina ebrea che somiglia come una goccia d'acqua a sua figlia Hanne. Fino a che punto un essere umano può spingersi pur di proteggere chi gli sta a cuore? Giorno dopo giorno, Hans si ritrova a escogitare sempre nuovi stratagemmi pur di strappare una prigioniera a un destino già segnato, ingannando i suoi commilitoni, prendendo decisioni terribili, destinate a perseguitarlo per sempre, rischiando la sua stessa vita... Tutto, pur di non perdere un'altra volta ciò che di più caro ha al mondo. Ispirandosi a fatti drammatici quanto reali, Franco Forte e Scilla Bonfiglioli ci trasportano nelle tenebre profondissime di una pagina di Storia che non si può e non si deve dimenticare – soprattutto oggi – mostrando però che persino nella notte più nera possono accendersi luci di speranza, a patto di vincere le nostre ipocrisie e lasciarci guidare dall'unica che ci accomuna tutti: la nostra umanità.
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  • Il borghese Pellegrino

    Malvaldi, Marco

    Giallo Sellerio <casa editrice> 2020

    Anno 1900. Serata a casa di Pellegrino Artusi, tra gli invitati Paolo Mantegazza, suo caro amico, professore di Fisiologia (e anche antropologo e scrittore) e Arturo Gazzolo, proprietario di una industria conserviera nel Casentino. Nel corso della cena si parla delle nuove tecniche di conservazione dei cibi, dal ghiaccio secco per i gelati al sottovuoto per le carni; Gazzolo vorrebbe avere il parere di Artusi su una nuova linea innovativa di manzo in gelatina che ha sviluppato proprio con le nuove metodologie e che è intenzionato a lanciare soprattutto nei mercati esteri, grazie alle nuove frontiere del commercio con l'Impero Ottomano. La carne, che prontamente il Gazzolo ha fatto recapitare all'Artusi per la prova d'assaggio, non risponde però alle aspettative: è troppo speziata, il sapore è ferroso e l'Artusi conta di riferirne al Gazzolo che l'ha invitato da lì a poco nella sua casa alle porte di Firenze insieme ad altri ospiti, fra cui politici, banchieri e l'immancabile Mantegazza. La cena scorre tranquilla e piacevole tra cibo e conversazioni, poi tutti si ritirano nelle loro stanze. Al mattino a colazione ci si accorge che qualcuno manca all'appello; uno degli ospiti viene rinvenuto morto nella propria stanza dove si era chiuso a chiave, un attacco cardiaco forse, ma il professor Mantegazza è dubbioso e si rifiuta di redigere il certificato... Marco Malvaldi ha costruito un perfetto «enigma della camera chiusa» con un protagonista d'eccezione, Pellegrino Artusi, prima in veste di sospettato, poi determinante per la soluzione dell'affaire. Gli anni della belle époque, gli intrecci tra politica e finanza che legavano l'Italia all'Impero Ottomano, il borghese Pellegrino, con la sua passione rivoluzionaria per la cucina, la familiarità con la chimica, il sentimento di unità nazionale che lo animava: gli ingredienti per un giallo colto, divertente e istruttivo.
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  • Cadrò, sognando di volare : romanzo

    Genovesi, Fabio

    narrativa Arnoldo Mondadori editore 2020

    Hai presente quando la radio passa la canzone che ascoltavi sempre alle superiori, e ti immaginavi nel futuro, libero e felice di fare quel che volevi... be', se a sentirla il cuore ti si stringe e alla fine devi cambiare stazione, vuol dire che in quel futuro qualcosa non è andato come sognavi. Così è per Fabio, che ha ventiquattro anni e studia giurisprudenza. La materia non lo entusiasma per niente, ma una serie di circostanze lo ha condotto lì, e lui non ha avuto la forza di opporsi. Perciò procede stancamente, fin quando – siamo nel 1998 – per evitare il servizio militare obbligatorio viene spedito in un ospizio per preti in cima ai monti. Qua il direttore è un ex missionario ottantenne ruvido e lunatico, che non esce dalla sua stanza perché non gli interessa più nulla, e tratta male tutti tranne Gina, una ragazza che si crede una gallina. Diversi come sono, qualcosa in comune Fabio e Don Basagni ce l'hanno: la passione per il ciclismo. Così iniziano a guardare insieme il Giro d'Italia, e trovano in Marco Pantani l'incarnazione di un sogno. Un uomo coraggioso, tormentato e solo, che si confronta con campioni colossali che hanno il loro punto di forza nella prudenza e nel controllo della corsa. Pantani invece non fa tanti calcoli, lui dà retta all'istinto e compie sforzi immani che gli permettono di spostare il confine, "il terribile confine tra il possibile e l'impossibile, tra quel che vorremmo fare e quel che si può". Grazie a questa meravigliosa follia, Fabio e Don Basagni troveranno in sé un'audacia sepolta, e metteranno in discussione l'esistenza solida e affidabile che ormai erano abituati a sopportare. Più ispirato che mai, Fabio Genovesi torna a farci sognare con la sua scrittura unica, che ci travolge e ci emoziona come un'onda impetuosa, ci fa commuovere, sorridere e poi ridere fino alle lacrime. E ci racconta cosa vuol dire credere in qualcosa. Qualsiasi cosa. Che sia però magica, e ci accenda, spingendoci avanti o da qualsiasi parte, senza progetti o direzioni già tracciate. Si rischia di cadere, sì, ma quando alla radio passeranno la canzone della nostra adolescenza allora, cantandola a squarciagola coi finestrini abbassati, di sicuro voleremo.
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  • Città sommersa

    Barone, Marta

    narrativa Bompiani <casa editrice> 2020

    Nella dozzina del Premio Strega 2020

    Il romanzo di un uomo, delle sue famiglie, delle sue appartenenze, la sua vita visitata con amore e pudore da una figlia per la quale il mondo si misura e si costruisce attraverso la parola letta e scritta.

    «Città sommersa è un libro indispensabile» – Robinson

    «Avrei voluto che questa storia me la raccontasse lui. Avrei voluto avere il tempo di sentirla. Ma in un certo senso sono consapevole che il libro esiste perché non c'è più l'uomo.»
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  • I colpevoli

    Pomella, Andrea

    Giulio Einaudi editore 2020

    Cosa resta del legame tra un padre e un figlio dopo un rabbioso distacco durato trentasette anni? Tredicimila giorni senza vedersi, da quando il padre ha abbandonato la famiglia per amore di un'altra donna. Un'intera vita di lontananza. Per poi ritrovarsi all'improvviso: ed è proprio la storia del loro riavvicinamento, dei passi veri e falsi di ognuno, dei pensieri e delle derive, il fuoco vivo di queste pagine. «Ho appreso la lingua dei colpevoli e ho attraversato la terra dei traditori. Cosí ora le nostre parti sono condannate a rovesciarsi incessantemente. Siamo due corpi in lotta, avvinti nell'abisso perpetuo del vuoto gravitazionale». «Non voglio piú vederti», dice un bambino a suo padre, che se ne è andato di casa. Lo dice, ma poi soprattutto lo fa. Si rifiuterà d'incontrarlo per trentasette anni. Il bambino che ha pronunciato quella frase, il bambino che ha abbandonato il padre rovesciando la prassi secondo la quale, semmai, accade il contrario, è l'autore di questo libro. È lui, ormai adulto, a raccontare la ricostruzione del rapporto – impossibile eppure concretissimo – con il padre, a mettersi in gioco senza infingimenti, a ferirsi, a denudarsi una riga dopo l'altra. Usando l'io come una clava, per rompere tutti i vetri e tutti i muri. In cerca di un senso, di una direzione. Cosa significa, concretamente e simbolicamente, tradire e abbandonare? C'è una giovane donna seduta nel luogo in cui avvenne il tradimento piú famoso della storia: l'assassinio di Giulio Cesare. È in attesa che lui – il bambino diventato adulto – pronunci una delle due frasi che, in un modo o nell'altro, le cambieranno la vita: «Lascerò lei per te», oppure «Non posso farlo». E lui pronuncerà la sua frase, e con quella frase forse rifonderà la sua esistenza, proprio come ha fatto il padre trentasette anni prima.
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  • Come il mare in un bicchiere

    Gamberale, Chiara

    narrativa Giangiacomo Feltrinelli Editore 2020

    Parole forti, nuove. Un quaderno che è allo stesso tempo un urlo e un abbraccio.

    «L'intenzione di questo mio breve libro, che preferirei chiamare quaderno, non è quella di tediarvi con il diario della mia quarantena, ognuno ha il suo ed è quello il più prezioso. La mia intenzione è quella di arrivare a riflettere insieme su un protocollo di autodifesa psicologica ed emotiva che questa incredibile tragedia ci potrebbe suggerire.»

    Ci sono persone con un desiderio così forte di assoluto, che si sentono nel corpo come l'immensità del mare dentro a un bicchiere. Ma sanno che quel bicchiere, piccolo fino al ridicolo per il suo compito impossibile, è l'unica occasione per incontrare gli altri, perché qualcuno possa avvicinare le labbra e bere. Persone che di quel limite però continuano a essere insofferenti, a stare male al punto di diventare prigioniere della propria testa. Persone Dentro di Testa, come scrive Chiara Gamberale - "non ho mai sopportato che delle persone con un certo tipo di problemi si dica: fuori di testa". Persone fondamentalmente smarrite, come sente di essere lei e quegli amici che soprannomina 'Gli Animali dell'Arca Senza Noè'. Che quando il mondo si è chiuso in casa, contrariamente a chi di solito è capace di vivere, si sono dimostrate fin troppo capaci, senza il peso del Là Fuori, di sopportare questa quarantena. "A che cosa ci riferiamo, quando diciamo: io? A tutto quello che prescinde dal Là Fuori o a tutto quello che lo prevede?" Chiara Gamberale, sempre così pronta a raccogliere la sfida di inventarsi modi speciali per dare voce a ciò che sentiamo, ci consegna ora una testimonianza che è un urlo e una carezza. Pagine forti, nuove, in cui quel disagio diventa, alla luce particolare della pandemia, la chiave per schiudere le fragilità e le risorse di ognuno di noi. Perché quel metro di distanza dagli altri, sia quando si infrange sia quando si rispetta, è comunque "un potere nelle nostre mani".
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  • Come un respiro

    Ozpetek, Ferzan

    Arnoldo Mondadori editore 2020

    È una domenica mattina di fine giugno e Sergio e Giovanna, come d'abitudine, hanno invitato a pranzo nel loro appartamento al Testaccio due coppie di cari amici. Stanno facendo gli ultimi preparativi in attesa degli ospiti quando una sconosciuta si presenta alla loro porta. Molti anni prima ha vissuto in quella casa e vorrebbe rivederla un'ultima volta, si giustifica. Il suo sguardo sembra smarrito, come se cercasse qualcuno. O qualcosa. Si chiama Elsa Corti, viene da lontano e nella borsa che ha con sé conserva un fascio di vecchie lettere che nessuno ha mai letto. E che, fra aneddoti di una vita avventurosa e confidenze piene di nostalgia, custodiscono un terribile segreto. Riaffiora così un passato inconfessabile, capace di incrinare anche l'esistenza apparentemente tranquilla e quasi monotona di Sergio e Giovanna e dei loro amici, segnandoli per sempre. Chi è davvero Elsa Corti? Come mai tanti anni prima ha lasciato l'Italia quasi fuggendo, allontanandosi per sempre dalla sorella Adele, cui era così legata? Pagina dopo pagina, passioni che parevano sopite una volta evocate riprendono a divampare, costringendo ciascuno a fare i conti con i propri sentimenti, i dubbi, le bugie. Il presente si mescola al passato per narrare la potenza della vita stessa, che obbliga a scelte da cui non si torna più indietro.
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  • Il concerto dei destini fragili : [romanzo]

    De Giovanni, Maurizio

    RCS Mediagroup 2020

    Il dottorino, l'avvocato, la donna dell'Est che fa la domestica. Tre persone che potrebbero non incontrarsi mai, non hanno nulla in comune. L'avvocato è immerso in una vita da privilegiato e nel rimpianto di un unico amore perduto. La donna lotta per la sopravvivenza e per offrire un futuro migliore a sua figlia. Il dottorino vive per il lavoro, una vocazione che gli è costata il sogno di una famiglia. Fino a che la realtà non si capovolge e queste tre persone qualcosa in comune ce l'hanno. Una cosa piccolissima, invisibile. Che cambia le carte in tavola per ciascuno in modo diverso, portando in superficie la trasgressione, la disperazione, il coraggio. Questa è la storia dell'intreccio dei loro destini ma è anche molto di più: è una profonda ricognizione nel mistero della mente messa a confronto con l'amore e la paura, con la responsabilità e la morte. Le vite di questi tre personaggi sono le nostre e questa storia parla di noi. Dei dilemmi che segnano ciò che siamo, dei fantasmi che abbiamo dentro, della forza di cui siamo capaci quando decidiamo di affrontarli.
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  • I conti con l'oste : ritorno al Paese delle tovaglie a quadretti

    Melilli, Tommaso

    Giulio Einaudi editore 2020

    Tommaso Melilli se n'era andato dall'Italia quando aveva vent'anni: a tutto pensava tranne che sarebbe diventato chef a Parigi. Ma dopo dieci anni capisce che certi conti, quelli con l'oste o quelli con le proprie radici, non si possono rimandare e decide di tornare «al paese delle tovaglie a quadretti». I conti con l'oste è un libro unico, e come tutti i libri unici contiene tante cose: è il racconto delle cucine e di chi ci lavora dentro. Uno spaccato, senza peli sulla lingua, di un ambiente nascosto al pubblico e dei suoi segreti. È l'inaspettata autobiografia di una nazione. Ma è anche il romanzo di formazione di un giovane uomo che scopre che per capire chi sei veramente, a volte, devi ritornare a casa. Ci sono esistenze che sembrano sempre danzare intorno a un «ma», intorno a svolte improvvise che ribaltano tutto. Ad esempio quella di Tommaso Melilli: era andato a Parigi per studiare letteratura ma qualche anno dopo si ritrova chef di un ristorante; credeva fosse un lavoro tranquillo ma poi viene travolto da ritmi forsennati e locali in fiamme; pensava di essersi lasciato tutto alle spalle ma alla fine capisce che solo se sai da dove vieni puoi capire chi sei. Decide allora di fare l'unica cosa che sente giusta: tornare in Italia e raccontarla da un punto di vista particolare, unico e imprevedibile. Quello della cucina delle trattorie e di chi ci lavora. I conti con l'oste è un viaggio nell'Italia di oggi e nelle sue contraddizioni, osservata dalle cucine delle sue nuove osterie. Sono luoghi segreti, spesso inaccessibili, che Tommaso Melilli ci racconta dall'interno. Cuoco e scrittore, Melilli ha girato il paese, visitando alcune delle osterie piú interessanti in circolazione: è entrato nelle cucine e vi ha lavorato qualche settimana, mescolandosi alla brigata, entrando in intimità con lo chef, inseguendo le materie prime, scoprendo le storie dei territori e i segreti dei piatti. Ne viene fuori un libro dirompente: è il racconto di un ambiente chiuso, sospeso tra il militare e il creativo, che però è anche un luogo di sperimentazione, scoperte, libertà.
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  • Corpi speciali

    D'Aloja, Francesca

    La nave di Teseo <casa editrice> 2020

    n questo libro si raccontano le storie di uomini e donne di grande talento: alcuni molto famosi, altri ingiustamente dimenticati e talvolta incompresi, che trovano qui un meritato risarcimento. Tutti loro sono i "corpi speciali". Quali sono le persone straordinarie che hai incontrato nella tua vita? E quali altre avresti dato tutto per conoscere? In una galleria di personaggi memorabili, Francesca d'Aloja alterna ritratti dal vivo e ricostruzioni narrative appassionate. Da una parte abbiamo i volti raccontati attingendo a incontri, ricordi e aneddoti privati: da Vittorio Gassman all'amato suocero Dino Risi, da Laura Antonelli a Ray Charles, dalla timida figlia di Albert Camus, Catherine, a Franca Valeri, da Edith Bruck a Luciana Castellina e Claudio Caligari, il regista di film "maledetti". Ma il viaggio prosegue seguendo le piste di personaggi che sono tutti al limite della leggenda. Veniamo condotti in giro per il mondo, dalle montagne del Tibet, insieme al primo uomo occidentale diventato Lama, ai ghiacci dell'Antartide, dai palchi dove si esibisce la sfortunata e bellissima ballerina Lucia Joyce, figlia di James, alle arene dove volteggia il più grande torero vivente. Grandi verità inascoltate e bugie clamorose riprendono vita intorno alla testimonianza dei lager nazisti. Fino ad approdare alle palestre della Romania di Ceausescu, dove qualcuno nota una bambina che sta per diventare la prima stella della ginnastica mondiale: Nadia Comaneci. Con entusiasmo, pietà, divertimento e commozione, l'autrice, avendo per compagni d'avventura i propri miti, entra nelle esistenze di artisti, esploratori, donne di mondo e scrittori vagabondi segnati dalla stessa smania di vivere. Una galleria di vite "maiuscole" che stimolano la fantasia del lettore come personaggi di un grande romanzo.
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