Il confine che separa le ville dei ricchi dai bivacchi dei senza tetto è sottile come la lama di un coltello. Da una parte, donne avvolte nel profumo francese, domestici in livrea e ragazze au pair che parlano tutte le lingue del mondo. Dall'altra, le mense di carità, i giacigli improvvisati nel freddo della notte, l'amore rubato alla disperazione quotidiana.
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A cavallo tra questi due mondi, la favola feroce del ragazzo che divenne Lupo è un treno che corre lungo scene di ordinaria violenza e struggente stupore: aggressioni, lotte, tradimenti, omicidi e vendette che, senza tregua, impongono al protagonista di fare la sua scelta e di affrontare la dura scuola della vita. Sullo sfondo di avventure nere e romantiche, le inquietudini della generazione degli anni Settanta, il furore politico e le battaglie a colpi di chiave inglese che anticipano i bagliori del terrorismo. Un racconto crudele e ammaliante, una storia dura ambientata tra i viali della prostituzione e gli accampamenti dei nomadi, le baracche costruite sugli argini del fiume e un fatiscente circo di periferia. Attorno alla figura solitaria di Lupo, una galleria di personaggi indimenticabili: il saggio Tamoa, la sensuale Parvati, il laido Sugo, il patetico Giobbe, il brutale Ivan. Dopo La legge di Lupo Solitario, un nuovo romanzo firmato dal grande cronista di nera Massimo Lugli e dedicato al volto violento e sconosciuto di una città nascosta nel ventre della metropoli.