Blu di Prussia e rosso porpora è un giallo papale come potrebbe definirlo qualche critico letterario. Giovanni Ferrero ambienta infatti il suo romanzo spy crime proprio all’ombra del Vaticano dove la noia non è di casa per tutte le trame sotterranee che scuotono i palazzi. Chiara è una restauratrice che sta portando a nuova vita una tela all’interno di una piccola chiesa di Roma.
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All’improvviso però la tela scompare e, proprio lo stesso giorno, fonti ufficiali vaticane annunciano il rapimento del cardinale ivoriano Maltiade, principale candidato alla successione papale. I due fatti sono collegati? Chiara inizia ad indagare e con lei anche il suo amico inglese Ernest Hamilton, pittore in vacanza a Roma per trovare l’ispirazione artistica. Il quadro rubato ritraeva una San Pietro inclinata e pronta a diventare macerie. Chiara si chiede allora se in realtà per disfare la rete di misteri si debba partire proprio dal quella tela sacrilega e sciogliere punto dopo punto per arrivare alla verità. Nel frattempo però anche l’ex commissario Grevini, ora gendarme pontificio, è incaricato di portare avanti le indagini e davanti a lui una distesa di bugie, misfatti e interessi economici emerge svelando pian piano cosa si nasconde a San Pietro. Blu di Prussia e rosso porpora è un romanzo intenso, dal respiro internazionale, e Giovanni Ferrero ci permette di gustarlo pagina dopo pagina.