Ne «Le bostoniane», ovvero "Le donne di Boston", l'A. racconta quel particolare momento della storia americana che segue la fine della Guerra di secessione (1861-1865) e segna la nascita degli Stati Uniti.
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È il momento in cui si confrontano, ma potremmo anche dire "in cui vengono in contatto e a conoscenza", gli Stati del Nord, aperti all'influenza dell'Inghilterra e dell'Europa e alle ideologie e alle culture liberali, con gli Stati del Sud, ben stretti attorno ai loro interessi economici agrari, ancora fondati sulla schiavitù e l'oppressione. Protagonista e filo conduttore del racconto è Basil Ransom, affascinante giovanotto del Mississippi, tra i primi 'sudisti' a tentare l'avventura nella ricca e promettente New York (solo quattro ore da Boston che ne è quasi dépendance). La vicenda si sviluppa intorno alla passione di Ransom per la bella e giovane Verena, figlia di un guaritore mesmerico: riuscirà, sì, a sposarla ma non senza una dura lotta con la ricca e bellissima Olive Chancellor che lo ama, senza veli di sorta, di un amore sul quale Henry James stende un discreto velo di silenzio.